Retribuzione tirocinio formativo: normativa e aspetti da conoscere

Hai appena completato il tuo percorso di studi e sei curioso di sapere a quanto ammonta la retribuzione del tirocinio formativo?

Sei nel posto giusto: in questa guida dell’Università Niccolò Cusano affronteremo tutto ciò che riguarda il contratto per il tirocinio e lo stage, parlando delle normative in vigore, dei diritti del lavoratore e degli aspetti burocratici da considerare.

Il tirocinio formativo consiste in un periodo di inserimento all’interno di un contesto lavorativo con lo scopo di consentire al tirocinante di acquisire un’esperienza pratica in un determinato settore produttivo.

Questa tipologia di contratto di lavoro prevede anche l’integrazione di momenti di studio con il lavoro, favorendo la crescita personale. In questa guida facciamo riferimento ai tirocini non curriculari, la cui disciplina è stata modificata dal D.L. 138/2011, convertito nella legge 148/2011.

Vediamo ora come funziona il contratto di stage e quali sono i parametri previsti dalle ultime modifiche, dalla durata massima allo stipendio minimo.

Quello che devi sapere sul contratto di stage

Il tirocinio formativo consiste in un periodo di inserimento all’interno di un contesto lavorativo al fine di permettere al tirocinante di costruire la propria professionalità in un determinato ambito. Questo percorso, riservato a coloro che hanno già terminato la scuola dell’obbligo, è disciplinato da una normativa ben definita, che ne chiarisce i criteri di applicazione.

Se spesso ti sei imbattuto in iniziative come il tirocinio Garanzia Giovani (o sei già stato tirocinante Garanzia Giovani) e cerchi informazioni sul contratto di stage, continua nella lettura: ecco quello che devi sapere su questo mondo.

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Contratto di tirocinio formativo retribuito: linee guida generali

Prima di parlare nello specifico della retribuzione del tirocinio formativo, parliamo delle linee guida che disciplinano il ruolo dello stagista dal punto di vista contrattuale.

Queste linee guida sono:

  • L’indennità minima garantita: prima della riforma del 2011, non vi era l’obbligo per le aziende di retribuire il tirocinante. Ora non è più così: la retribuzione minima è di 300 euro lordi mensili e chiunque non si impegni a versare un contributo economico allo stagista rischia multe molto salate;
  • Lo stage non è uno strumento utilizzabile nel caso in cui si parli di lavori che non necessitano di formazione preliminare;
  • Gli stagisti non possono sostituire lavoratori a tempo determinato nei periodi di massima produttività né sostituire lavoratori in malattia, ferie o maternità;
  • Il numero massimo di tirocinanti in un’azienda è: 1 per le aziende con meno di 5 dipendenti a tempo indeterminato e 2 per aziende che hanno dai 6 ai 20 dipendenti a tempo indeterminato. Diverso è il discorso per le aziende che hanno più di 20 dipendenti a tempo indeterminato: in questo caso, gli stagisti non possono superare quota 10%.

Durata massima del tirocinio

Palando della durata del contratto da stagista, questo può essere classificato in tre tipologie sulla base della sua durata:

  • 6 mesi al massimo nel caso di tirocinio formativo e di orientamento;
  • Non oltre 12 mesi nel caso di tirocini di inserimento e reinserimento al lavoro;
  • Non oltre 12 mesi i tirocini a favore dei soggetti svantaggiati: nel caso di tirocini a favore di disabili non più di 24 mesi.

Il contratto di stage viene stipulato tra l’azienda e il giovane tirocinante ed è caratterizzato da alcuni fattori, tra diritti e doveri, sia per il datore di lavoro che per il contraente.

Parliamo, ad esempio, degli obiettivi concordati, la durata e le modalità di svolgimento del tirocinio, il nominativo del tutor e del responsabile dell’azienda, gli estremi identificativi dell’assicurazione INAIL e dell’assicurazione privata (pensa al caso del tirocinio Garanzia Giovani), il settore aziendale di inserimento.

A sua volta lo stagista dovrà svolgere le attività previste dal contratto, rispettare la riservatezza delle informazioni aziendali e seguire il regolamento dell’azienda in cui lavora.

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Contratto da stage e retribuzione netta

Parliamo ora della retribuzione del tirocinio formativo. Come abbiamo detto, esiste uno stipendio minimo da garantire allo stagista. Ad ora gli stage retribuiti sono l’unica soluzione, così come definito dalla normativa che non permette più lo svolgimento di tirocini gratuitamente.

Lo stipendio percepito da uno stagista dipende da regione a regione, e le regole che determinano la retribuzione variano da regione a regione.

Ad esempio, le regioni italiane più generose sono Abruzzo e del Piemonte, che elargiscono agli stagisti un rimborso minimo di 600 euro mensili. Regioni comeFriuli Venezia Giulia, Sicilia e Umbria sono allineate alla normativa nazionale, ponendo 300 euro lordi come minimale retributivo.

Tutte le altre regioni riconoscono ai tirocinanti importi medi: la retribuzione per uno stage nel Lazio va dai 400 euro mensili; segnaliamo poi i 450 euro dell’Emilia Romagna e fino ai 500 euro al mese riconosciuti dalla Toscana.

C’è poi una particolare tipologia di stage, Garanzia Giovani: si tratta di un tirocinio, dove il giovane stagista ha diritto ad uno stipendio, di norma non inferiore ai 500 euro, che verrà corrisposto in parte dal datore di lavoro e in parte dalla Regione.

Sulla retribuzione del tirocinio formativo e la normativa al riguardo abbiamo detto proprio tutto per oggi: non ti resta che addentrarti in questo mondo e costruire la tua professionalità a contatto con le imprese sul territorio.


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