Come diventare magistrato di sorveglianza?
Sei uno studente di giurisprudenza a Perugia e sogni di diventare magistrato di sorveglianza?
La magistratura di sorveglianza è una parte della magistratura che funzionalmente si occupa della sorveglianza sull’esecuzione della pena (diritto dell’esecuzione penale).
Intraprendere una professione nel campo significa operare nel contesto dell’Ufficio di Sorveglianza, l’organo giudiziario con sede pluricircoscrizionale i cui giudici vestono sia un ruolo di magistrato di sorveglianza, in veste di organo monocratico per le questioni minori come ricorsi e reclami, sia di membro togato del Tribunale di Sorveglianza, organo collegiale cui sono delegate operazioni più importanti come concessione e revoca di misure alternative alla detenzione.
Il percorso per diventare magistrato è impegnativo e prevede specifici adempimenti: ecco da dove iniziare.
Magistratura di sorveglianza: cos’è e di cosa si occupa
La magistratura di sorveglianza vigila sull’esecuzione della pena nel rispetto dei diritti dei detenuti e degli internati.
Nello specifico, il magistrato di sorveglianza vigila sull’organizzazione degli Istituti penitenziari, riferendo al ministero della Giustizia le esigenze dei servizi, le approvazioni di trattamento per ogni singolo detenuto e i provvedimenti di ammissione al lavoro all’esterno.
Tra gli altri adempimenti, rientrano revoche e concessioni dei permessi, oltre alla gestione dei reclami disciplinari e in materia di lavoro dei detenuti e degli internati.
Il tribunale di sorveglianza decide sempre con ordinanza, adottata in camera di consiglio da un collegio composto da presidente, da un magistrato di sorveglianza e due esperti.
Uno dei due magistrati che compongono il collegio deve essere parte dell’Ufficio di Sorveglianza competente per territorio rispetto al luogo nel quale si trova il soggetto interessato.
C’è anche una componente non togata, scelta dal Consiglio superiore della magistratura (CSM) su iniziativa del presidente del tribunale di sorveglianza.
Citando la circolare del CSM recante i “criteri per la nomina e conferma degli esperti dei tribunali di sorveglianza “, “la qualifica di esperto conduce a ravvisare nel componente privato del tribunale di sorveglianza un “cittadino idoneo estraneo alla Magistratura”.
Ciò vuol dire che il professionista esperto deve avere una grande esperienza maturata nell’esercizio della sua professione. La durata dell’incarico è di tre anni rinnovabili indefinitamente.